Ginevra vanta il maggior numero di cavalli per abitante. Non è quindi raro incrociarne, montati o alla longhina, guidando attraverso la città sul Lemano. «Cerchiamo di tenerci quanto più lontani dal traffico, ma non possiamo evitarlo del tutto per raggiungere i campi e le ippopiste, talora anche solo per attraversare una carreggiata », dichiara Laurent Girardet, co-presidente dell’Associazione dei cavalieri
della regione di Versoix (ACRV).
Ed anche se tutti hanno il diritto di transitare sulle carreggiate, non sempre bi e quadrupedi se la condividono armoniosamente. Va premesso che i cavalli sono soggetti alle regole della circolazione come tutti gli altri utenti, ad esempio non devono procedere affiancati, salvo se sono più di sei – ma anche le formazioni vanno frazionate – e devono spostarsi sulla striscia erbosa per agevolare il sorpasso ai veicoli. Si deve altresì far uso di riflettenti in caso di scarsa visibilità. «Pur attenendoci al codice, purtroppo spesso subiamo atteggiamenti scorretti da parte di taluni automobilisti», lamenta Xavier Rey, co-presidente ACRV.
Accelerare, far ruggire il motore, non mantenere la giusta distanza, abbagliare con i fari, ecco alcune delle inciviltà commesse da automobilisti che forse non sanno come impostare un sorpasso. o comportarsi incrociando un equide, montato o alla longhina. Ciò vale anche per chi va in e-bike.
«Le biciclette elettriche sono silenziose e veloci. Se il ciclista suona il campanello per avvertire del proprio passaggio, il cavallo, imbizzarrito, può scattare di colpo in preda al panico», aggiunge Xavier Rey sottolineando che basta il rumore di teloni allentati scossi dal vento di autocarri o rimorchi a spaventare l’ungulato. E gli fa eco Laurent Girardet: «L’animale può voltarsi di repente, disarcionare il cavaliere o anche far danni alla carrozzeria del veicolo che gli passa accanto».
Per capire le cause di questereazioni occorre un po’ di psicologia equina: il cavallo ha un campo visivo quasi circolare di 340 gradi, ma con due angoli ciechi, la parte immediatamente posteriore alla groppa e il triangolo davanti e sotto il muso. «Il cavallo, per quanto mansueto, resta un animale selvatico, un essere vivente con una propria testa», ricorda Xavier Rey. «In caso di pericolo, la sua strategia di difesa è la fuga».
Quando un veicolo si avvicina da dietro e gli si incolla non riesce a vederlo, ma sente il rumore. Vi è allora il rischio che si giri o faccia un salto per schivarlo. L’intenditore usa una metafora per rendere l’idea: «Se vedete un bambino ai bordi della strada che gioca con un pallone, non accelererete di certo!
Con i cavalli è buona norma comportarsi allo stesso modo e con le stesse precauzioni». Ovviamente, ogni esemplare è diverso. Le reazioni dipendono anche dalla razza, dal temperamento e dall’esperienza dell’animale. Il cavaliere, dal canto suo, deve essere sempre padrone della situazione e rimanere vigile.
Per Laurent Girardet la convivenza fra gli utenti della strada richiede rispetto reciproco. Data l’imprevedibilità degli equidi, Xavier Rey invita ad osservare le seguenti accortezze.
«Andando in bici o e-bike, si potrà avvertire a voce, salutando cortesemente invece di suonare il campanello. Il quadrupede è abituato all’uomo, e non sarà colto di sorpresa». Avvicinandosi ad un equide, conviene rallentare in modo da aver il tempo di reagire ad eventuali scatti improvvisi. Infine, si sorpasserà piano, tenendo una distanza minima di 1,5 metri per non rischiare di essere colpiti dal cavallo recalcitrante.
Sopraggiungendo da dietro, fuori dal campo visivo dell’animale, è invece raccomandabile tenere almeno tre metri di distanza.
TESTO ALINE BEAUD | FOTO OLIVIER VOGELSANG
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