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15.09.2025

Passeggiate autunnali tra ombra e luce

Escursioni in tutto il paese nella vivace luce autunnale fino all'affascinante ascesa notturna di un drago.

Testo: Juliane Lutz, Dominic Graf
llustrazioni L’atelier cartographik,
Foto: Marie Contreras, Sarah Brandini, Giuliano Crameri, Ludovic Pizzera, Emanuel Freudiger

Ottobre sorprende con il suo bouquet variopinto e le atmosfere magiche. Dalle foglie d’autunno ai
bramiti dei cervi in amore, itinerari scelti nelle quattro regioni linguistiche della Svizzera. E per finire, una sorprendente scalata del Pilatus.

Con l’estate ormai un ricordo, l’autunno invita a passeggiate nella natura. Banchi di nebbia si alzano dai prati e boschi, mentre il paesaggio si veste a festa. Nei Grigioni i larici risplendono di un giallo vivace, mentre nei vigneti intorno a Bellinzona le foglie del Merlot si tingono di rosso. Il marrone in tutte le sue sfumature domina la zona dei Gastlosen, mentre i cespugli ancora verdeggianti che orlano il sentiero dal Rochers de Naye a Montreux contrastano con i pascoli dai toni ocra. Anche la Svizzera ha la sua estate indiana, da vivere intensamente. Temperature miti, percorsi meno affollati e il foliage fanno dell’autunno la stagione ideale per le passeggiate.

Herbst/Automne/Autunno
 
Herbst/Automne/Autunno

1. Il blu del lago e il silenzio dei pascoli

Da Montreux (VD) si prende la cremagliera per salire al Rochers de Naye, la montagna di casa, da dove si gode di un panorama mozzafiato del Lemano con le Alpi circostanti e i prati terrosi. La camminata (13,2 km) inizia con una ripida discesa, fino a Les Dentaux. Raggiunto il limite del bosco continua all’ombra fino a Caux, nota località termale con vista altrettanto spettacolare. Attraversato il villaggio di Glion si scende nelle selvagge Gorges du Chauderon passando accanto a rupi levigate dal torrente e pareti ricoperte di edera, ­ritrovandosi poi a poca distanza dal centro ­storico.

montreuxriviera.com

Herbst/Automne/Autunno

2. Nelle Dolomiti della Svizzera

La vista sugli imponenti picchi calcarei dei Gastlosen che si stagliano contro il cielo terso è spettacolare. Il tour ad anello proposto, di 10,9 km, inizia sul Mauzes Bergle, raggiungibile con la seggiovia da Jaun (FR). Si snoda nella foresta Stillwasserwald con la sua ricca vegetazione fino al Soldatenhaus, sempre più vicino alle pareti scoscese e tra pini aggrappati alle rocce. Da qui il sentiero diventa sassoso e s’inerpica fino a ­culminare sul passo Wolfs Ort (punto più alto a 1915 m) che congiunge versante sud e nord. ­L’ultimo tratto si snoda per pascoli secchi ingialliti e ghiaioni e riporta giù alla stazione di partenza attraverso il fitto Mattenwald.

sentieri-svizzeri.ch

Herbst/Automne/Autunno

3. Il richiamo dei cervi nella natura dorata

La Valle Trupchun è la zona più ricca di fauna selvatica del Parco nazionale. Si parte dal parcheggio Prasüras a S-chanf (GR), villaggio di 705 abitanti di cui la metà parla romancio. Il tour circolare di 13,9 km offre uno scorcio unico dell’Alta Engadina. Oltre a sentire il bramito dei cervi nel periodo degli amori, che cade tra fine settembre e ottobre, con un po’ di fortuna si potranno avvistare stambecchi e aquile, con i larici che sfoggiano la loro splendida veste nuziale d’oro.

engadin.ch

Herbst/Automne/Autunno

4. In collina fra vigne di porpora

La passeggiata di 9,1 km inizia a Monte Carasso, quartiere di Bellinzona e conduce attraverso i vigneti di alcuni viticoltori, che producono il Merlot ticinese di un bel color rosso rubino. Il pittoresco paesino di Curzútt incanta con il nucleo magnificamente restaurato e le tipiche case in pietra. Da qui si arriva alla chiesa romanica di San Barnárd ricca di affreschi. Punto forte poi il ponte tibetano Carasc lungo 270 metri sospeso a 130 metri dal quale ammirare la veduta sul Piano di Magadino.

ticino.ch

Prima che il drago si svegli

Il Pilatus è una delle mete escursionistiche più amate della Svizzera. Oltre che con la cremagliera più ripida del mondo, il «monte del drago», come viene chiamato dai locali, può essere conquistato anche a piedi. Per esempio di notte, quando l’oscurità diventa un’alleata.

Pilatus
Pausa a 1363 m sull’alpe Ämsigen. L’escursione in notturna offre una vista spettacolare delle luci sul Lago dei Quattro Cantoni e del Rigi (a sinistra).

«Attenzione: mucca!», è l’avvertimento della nostra guida. Prima ancora di chiederci se abbiamo capito bene, l’animale compare nel cono della torcia frontale. Sdraiata in mezzo al sentiero, ricambia con occhi assonnati i nostri sguardi sorpresi. Del resto sono le tre del mattino – un’ora in cui anche i bipedi solitamente dormono. Non così il nostro gruppetto di escursionisti, tre donne e quattro uomini, trovatisi a mezzanotte ad Alpnachstad (OW) per affrontare la salita al Pilatus, in barba al bioritmo, ed essere poi premiati, a 2118 metri di quota, dal magnifico sorgere del sole. Secondo programma dovremmo farcela a coprire in cinque ore circa gli scarsi nove chilometri di sentiero, 1680 metri di dislivello e 14 000 passi. La scala delle difficoltà escursionistiche del Club Alpino Svizzero (CAS) classifica l’itinerario come T2: «sentiero tracciato in modo continuo, terreno in parte ripido, non escluso il pericolo di caduta». Se l’ascesa è impegnativa già di giorno, di notte il corpo viene messo ulteriormente alla prova. Ma il buio offre anche un vantaggio rilevante – soprattutto per chi non è un escursionista provetto. Di questo, però, riferirò più avanti.

Da Frakmont a Pilatus

Pilatus
Un ultimo sguardo alla mappa Il percorso imminente corrisponde alla categoria T2.

Il Pilatus, una maestosa montagna ai piedi del Lago dei Quattro Cantoni. Un monte leggendario, che un tempo incuteva timore agli abitanti e oggi li riempie d’orgoglio. Una calamita per turisti, con la cremagliera da record mondiale e 800 000 visitatori all’anno. Raggiungibile da due lati – Alpnachstad e Kriens – non è tra le vette più alte, ma di certo tra le più celebri della Svizzera. A dire il vero non si tratta nemmeno di un singolo monte, bensì di un massiccio con diverse cime: Esel, Oberhaupt, Klimsen, Matthorn, Widderfeld e il Tomlishorn, che con 2128 m è il punto più elevato.
In origine si chiamava Frakmont (dal latino «fractus mons»: monte spezzato), ma nel 15° secolo assunse il nome attuale. Una spiegazione lo collega a Ponzio Pilato: secondo la leggenda, il prefetto romano che a Gerusalemme dovette condannare Gesù per placare l’ira della folla e accontentare i capi religiosi, sarebbe stato sepolto qui, in un piccolo lago, il Pilatussee. Ovunque si avesse pensato di deporre la sua salma – a Roma, Lione o Losanna – sarebbero scoppiate terribili tempeste. Alla fine si scelse il Frakmont, già noto per i suoi temporali. Anche se la storia è certamente inventata, e il lago oggi non esiste più, ha contribuito al mito che avvolge il Pilatus. Così come le diverse storie che circolavano nel Medioevo di draghi guardiani della montagna lucernese. Siccome queste creature avrebbero addirittura lanciato delle sciagure contro gli intrusi, fino al 16° secolo il «Drachenberg» rimase proibito.

Quando il buio è un vantaggio

Pilatus
Camminare al buio risveglia tutti i sensi e sfida il bioritmo.

Invece di un drago il nostro gruppo vedrà soltanto una salamandra alpina. E anche se ci fossero davvero, sarebbero rimasti nascosti. Per prudenza, gli occhi e la concentrazione restano infatti per lo più fissi sul sentiero sassoso davanti a noi. Dell’ambiente imponente, dei panorami, delle pareti rocciose e della flora e fauna circostanti percepiamo ben poco. Da un lato è un peccato. Dall’altro – ed ecco il vero vantaggio di questa salita notturna – non ci si accorge nemmeno di quanto manchi ancora prima di arrivare in cima. Per due partecipanti in particolare (fra cui il sottoscritto), che faticano a ogni passo e metro di dislivello, l’oscurità è quasi una benedizione. Forse avremmo abbandonato e saremmo tornati indietro se avessimo visto quanto era ancora lontana la meta.
Ma anche per gli altri, più allenati, il camminare di notte resta un’esperienza speciale. «Sono contenta di non vedere quanto è ripido il percorso. Ma ciò che mi affascina di più è il cielo stellato, con tanto di stelle cadenti», confessa Rahel. Iris, anch’essa argoviese, annuisce: «Qui mi sento più vicina alle stelle», afferma durante la pausa di un quarto d’ora sull’alpe Ämsigen, dove si trova anche la stazione intermedia della cremagliera. Per Susanne, bernese che si sta allenando per una mezza maratona, è interessante osservare la reazione del proprio corpo: «Essere attivi nel cuore della notte, a questa quota, lo può scombussolare». Ralph, di Kriens, sale sul Pilatus più volte all’anno, ma questa è la sua prima volta in notturna. Anche per lui l’escursione è memorabile, soprattutto per lo spirito di gruppo: «Il nostro gruppo si è formato casualmente e ci siamo subito trasformati in una squadra. Ci aiutiamo e sproniamo a vicenda finché ce l’avremo fatta. È magnifico». La pensa così anche la guida Daniel Müller (wanderfreudig.ch), che conferma, convinto. Non considera affatto scontato che un gruppo riesca a funzionare così bene. Cinque o sei volte l’anno il 55enne originario della Svizzera interna accompagna escursionisti sul Pilatus, di giorno o di notte. «La particolarità della notte è che i sensi normalmente meno sollecitati durante il cammino – come l’udito o l’olfatto – si acuiscono». E poi, sottolinea entusiasta, il momento in cui sulla montagna la notte lascia il posto al giorno che nasce è sempre magico.

Magia dell’alba

Pilatus
Ricompensa. Il modo migliore di salutare il sole è dalla piattaforma panoramica dell’Esel a quota 2118 m (la seconda vetta più alta del Pilatus).

È ancora notte. Ma le luci degli alberghi Bellevue e Pilatus Kulm sembrano ora a portata di mano. Un’ultima, faticosa salita, un ennesimo sforzo. Le gambe bruciano finche gli scarponi toccano il cemento sulla cima. Un respiro profondo. Un sorso d’acqua. Una felpa asciutta. Un caffè. Tutti i compagni in trepida attesa. Nelle sale che di giorno pullulano di turisti come in un formicaio, in questi ultimi istanti della notte regna un silenzio quasi solenne. Poco dopo le cinque, il cielo comincia a rischiararsi. Lo sguardo si posa sulle luci di Lucerna e i bracci argentati del Lago dei Quattro Cantoni. All’orizzonte, tinto d’arancione e rosso, si stagliano le sagome del Rigi e delle altre vette. Sono minuti davvero magici.

Il drago si è svegliato La luce del giorno svela
la ripidità del percorso.

Proprio quando le gambe iniziano a riprendersi, Daniel indica la scalinata ripida che porta all’Esel. Altri dieci minuti di salita. Altri cinquanta metri di dislivello, che però valgono la pena. Giunti a 2118 metri, sul secondo picco più alto del Pilatus, basta poco affinché il sole appaia rosso fuoco a oriente. Come se sorgesse solamente per noi, per premiare ciascuno di noi della fatica. Eccoci, esausti ma soddisfatti, a cogliere e gustarci l’istante sulla piattaforma panoramica e a catturare questi magici momenti colorati con gli occhi, e anche con i nostri telefonini. Si è ormai fatto giorno. Della notte e dell’incanto dell’alba restano solo il ricordo – e le gambe stanche. È tempo per i sette camminatori di intraprendere la strada del ritorno. Ma stavolta i muscoli sono risparmiati: decidiamo di scendere in cremagliera. Durante la mezz’ora della corsa a valle si rivela l’intero massiccio, con il sentiero appena percorso, nella sua bellezza ruvida e grandiosa. Come un drago domato nel sonno.

Il reportage è stato realizzato con il gentile sostegno di Pilatus-Bahnen AG.

Da sapere

Arrivo via Alpnachstad (OW)
In treno: dalla stazione di Lucerna con S5 (direzione Giswil) fino ad Alpnachstad, ogni mezz’ora.
In auto: autostrada A8 in direzione di Sarnen/Interlaken, uscita Alpnachstad. Posteggi alla partenza a valle, colonnine di ricarica in stazione.
In battello: da Lucerna (Landesteg 2), da maggio a ottobre ogni ora una corsa per Alpnachstad. Prima: 8.38, ultima: 16.38, durata: da 47 minuti
Arrivo via Kriens (LU):
In bus: dalla stazione di Lucerna bus n. 1 (Kante A) in direzione Kriens/Obernau fino alla fermata «Kriens, Zentrum Pilatus».
In auto: autostrada A2 in direzione di Lucerna, uscita Lucerna Sud/Kriens. Posteggi come pure quattro colonnine di ricarica alla partenza a valle.
Requisiti
La salita non richiede particolari capacità tecniche, ma lo sforzo fisico, soprattutto di notte, non va sottovalutato. Anche in estate e in autunno sul Pilatus le temperature possono essere fresche: si consiglia di portare un ricambio di vestiti.
Prenotazione
L’escursione all’alba si può prenotare direttamente online sul sito delle Pilatus-Bahnen AG.
Prezzo: 180 franchi a persona, inclusi guida alpina qualificata, colazione e biglietto per la discesa.
Le escursioni guidate all’alba si svolgono solo con un minimo di quattro partecipanti e solo in caso di meteo favorevole. Ultimo tour previsto per il 2025: 11 ottobre.
pilatus.ch/aktivitaeten/sonnenauf­gangs-wanderung

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