Da quasi quindici anni, una morsa preventiva e repressiva si stringe sui conducenti ubriachi. Con risultati generalmente soddisfacenti, soprattutto per quanto riguarda i giovani.
Non fu il terremoto che scosse i bar nel 1910 – anno della proibizione dell’assenzio –, ma la misura suscitò comunque un certo scalpore nella «Svizzera dell’aperitivo»: nel 2005 il tasso alcolemico tollerato al volante venne infatti abbassato allo 0,5 per mille. Un giro di vite rafforzato dal 2013 con le misure del programma Via sicura, adottato dal Parlamento nel 2012. risultati sono irrefutabili, nonostante il malcontento delle persone abituate ad alzare il gomito. Le statistiche dell’Ustra mostrano come il ritiro di licenze per guida in stato d’ebbrezza sia in costante diminuzione da una decina d’anni: 18 371 ritiri nel 2010; 13 620 nel 2017; 13 090 lo scorso anno.
Analizzando i primi risultati di Via sicura nel 2017, su richiesta della commissione ad hoc del Consiglio degli Stati, le autorità federali si rallegravano soprattutto della «tolleranza zero» imposta agli allievi conducenti e ai neopatentati, nonché ad alcuni gruppi d’utenti. La diminuzione degli incidenti gravi dovuti alla guida in stato d’ebbrezza era stimata al 35% circa per queste categorie di conducenti, permettendo così di salvare la vita o l’integrità fisica di una trentina di persone all’anno.
Damian Meier, comandante della polizia cantonale svittese e presidente della Commissione di circolazione della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali svizzere (CCPCS), riconosce un cambio di mentalità notevole, soprattutto nei principianti al volante: «Designare un conducente che resti sobrio è un principio generalmente ammesso tra i giovani. Non è invece sempre il caso per gli automobilisti più anziani ed esperti. Bisogna quindi mantenere una certa pressione».
Il presidente riassume in una frase la filosofia che anima i corpi di polizia cantonali: «Ogni automobilista deve aspettarsi d’essere controllato». Oltre alle consuete verifiche si agisce anche con delle operazioni speciali di prevenzione, ad esempio in occasione delle feste di fine anno o di manifestazioni a rischio, come il carnevale. Questo dispositivo ha dimostrato la sua efficacia ed è applicato da tutti i corpi di polizia.
Il presidente di GastroValais André Roduit, che rappresenta gli interessi degli esercenti e degli albergatori di un cantone poco reputato per la sua temperanza, occupa una posizione privilegiata per scrutare le abitudini di consumazione. Rileva un cambiamento percettibile anche se, secondo lui, conviene fare una distinzione tra consumatori sedentari e motorizzati: «Comunque la consumazione di alcol forti è sensibilmente calata, come pure quella dei vini più leggeri o del vino ordinato in bottiglia. Oggi si cercala qualità, privilegiando i vini al bicchiere», riassume.
In un cantone, il Vallese appunto, in cui la festa nelle stazioni turistiche è stata a lungo un must del weekend, cosa dire della gioventù? André Roduit chiarisce la situazione: «La consumazione ad oltranza in altitudine riguarda maggiormente i giovani turisti stranieri e non la popolazione locale, che in generale fa attenzione».
Il nostro interlocutore ricorda a tal proposito che gli esercenti sono tenuti a rispettare la legge sulla protezione della gioventù e vengono
controllati da Addiction Valais. Con risultati, secondo lui, soddisfacenti: «Circa la metà di loro supera il primo test. E dopo un avvertimento, gli altri soddisfano il secondo controllo nella misura del 98%», conclude.
Se sul fronte dell’alcol sembra prevalere un certo sollievo, la situazione è invece diversa in materia di stupefacenti. Il numero di licenze ritirate per guida sotto l’influsso di droghe o farmaci mostra una tendenza verso l’alto tra il 2012 (2836) e il 2018 (4661), con un record nel 2017 (5047). «È un problema nuovo che sta prendendo delle dimensioni importanti», riconosce Damian Meier.
Le principali sostanze scoperte nei conducenti sono: la canapa e le droghe chimiche come l’ecstasy e, in minor misura, la cocaina e l’eroina.
In caso di sospetto, la polizia procede ad una prima individuazione tramite un prelievo di saliva o sulla base di un questionario strutturato. Un
esame del sangue e dell’urina all’ospedale permette di confermare l’infrazione. Non c’è dubbio: in futuro la prevenzione a livello di guida sotto l’influsso di stupefacenti si profilerà come una delle maggiori preoccupazioni per gli attori della sicurezza stradale.
Testo Jérôme Lathion | Illustrazione Nicolas Kristen
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