Chi desidera visitare Barcellona trova in internet voli già da 36 franchi. Un viaggio nella capitale della Catalonia costa dunque come un pasto al ristorante. Mentre uno di ottomila km a Miami poco più di 400 franchi. Sono solo due delle innumerevoli offerte di volo a buon mercato. Dal 1990 il traffico aereo nel mondo è quasi triplicato e ogni anno aumenta del 4%. Stando al WWF sono proprio gli svizzeri ad essere dei frequent flyer: rispetto ai Paesi vicini salgono su Boeing o Airbus il doppio delle volte.
Gradualmente tuttavia tra la gente si diffonde il rimorso di coscienza, perché la tendenza al volo facile ha un costo. Stando agli esperti, il traffico aereo con tribuisce nella misura del 2 sino al 4% alle emissioni fossili di CO2 provocate dall’essere umano e del 5% al riscaldamento climatico globale. «Un unico volo in ferie può danneggiare il clima più di un anno intero in auto e del riscaldamento a gasolio di una casa messi insieme», comunica lo studio del WWF.
La vergogna di volare è ormai un concetto affermato. La fondazione zurighese Myclimate ha riscontrato un notevole aumento delle persone che compensano le emissioni di CO2 provocate dal volo in aereo. «Lo straordinario calore estivo, la revisione della legge sul CO2 in Consiglio Nazionale e la forte presenza nei media di Greta Thunberg – tutto ciò ha portato già nel 2018 all’80% in più di compensazioni di CO2 da parte di privati», afferma il direttore marketing Kai Landwehr. «Nel primo trimestre 2019 si era raggiunto già il 200% in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e nei mesi di aprile e maggio abbiamo osservato addirittura una crescita di oltre il 400%».
Mediante un calcolatore presente sul sito di Myclimate le persone che vogliono dimostrare la propria coscienza ambientale s’informano sull’impronta di carbonio del proprio volo nonché l’importo necessario per la compensazione, che poi la fondazione investe in uno dei 100 progetti per la protezione climatica distribuiti in 30 Paesi. La somma pagata dal passeggero controbilancia la quantità di emissioni di gas a effetto serra che hanno un impatto sul clima. I critici ritengono che le compensazioni climatiche siano un metodo spiccio per mettersi in pace la coscienza, ma di fatto il CO2 generato dal volo aereo al più tardi dopo due anni viene risparmiato da un’altra parte. Ad esempio in Kenia, dove grazie a Myclimate vengono introdotte cucine efficienti che riducono il fabbisogno di legna per il fuoco. In questo modo una famiglia rilascia sino a due tonnellate di anidride carbonica in meno nell’atmosfera all’anno.
Compensare i voli è uno dei modi possibili di affrontare la questione climatica. Volare di meno rimane comunque il comportamento più efficace. È veramente così necessario prendere un aereo per partecipare a brevi incontri di lavoro, quando si potrebbe fare una videoconferenza? E nella sfera privata ci si chiede se si debba proprio scegliere delle mete raggiungibili solo in aereo. In realtà nelle nostre vicinanze esistono molte destinazioni di vacanza attraenti e l’Europa è visitabile comodamente anche in pullman o in treno. Volare dalla Svizzera a Parigi non ha molto senso. Chi si concede un po’ di tempo in più, arriva in tempi più brevi del previsto anche a Londra. Il viaggio con l’Eurostar dalla parigina Gare du Nord alla City di Londra dura solo due ore e un quarto. Il biglietto di andata e ritorno è ottenibile per meno di 100 euro.
Testo: Juliane Lutz
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