Sopra la porta d’ingresso in un cortile nel quartiere verde di Lorraine a Berna troneggiano due cavallini in metallo rosso, che – come nel caso della Ferrari – simboleggiano forza e velocità. È l’ingresso della centrale di Velokurier Bern, i cui collaboratori godono della protezione di una madonnina con la corona dentata in testa (al po- sto dell’aureola). Il mattino presto i locali profumano di caffè, pneumatici e olio per la bici. Accanto alla cucina, si trovano sia l’ufficio che l’officina per le piccole riparazioni ai mezzi di locomozione dei corrieri. Proprio in questo momento Johanna Pärli controlla i freni e si prepara per il prossimo tour di consegne e ritiri. È una dei collaboratori – in totale una settantina – che lavorano per la cooperativa fondata nel 1988. Dopo aver riempito lo zaino rosso, lo mette in spalla attaccandolo alla vita, salta sulla sua Bianchi e parte. La maggior parte dei corrieri ha due bici, una per il bello e una per il cattivo tempo. Sempre di più sono coloro che preferiscono le biciclette in carbonio a quelle in acciaio.
Per quanto riguarda il modello, i corrieri preferiscono le bici da corsa o da ciclocross e vengono usate sempre di più anche le bici da trasporto. Tutte rigorosamente senza trazione elettrica. La missione di Velokurier Bern è di circolare solo con la forza muscolare, in modo rigorosamente ecologico, spiega Florian Waber, uno dei quattro dirigenti della cooperativa. A ciò si aggiunge l’etica aziendale che prescrive una struttura organizzativa piatta, un salario minimo e condizioni di lavoro eque. Sarà forse per questo che la prestazione fornita dai corrieri è impressionante. Ogni giorno compiono 300 viaggi, tra consegne e ritiri, percorrendo in totale oltre 1000 chilometri a Berna e dintorni. E i corrieri portano a destinazione da campioni di laboratorio a rogiti notarili passando da pasti pronti per i loro clienti. Spesso i corrieri trasportano anche pacchi fino a 100 kg usando le cargo con rimorchio. Non per nulla la cooperativa ha sviluppato un nuovo tipo di porta pacchi frontale.
Ai corrieri piace la pasta
La giornata di lavoro di un corriere è suddivisa in vari turni dalle sette del mattino alle nove di sera. Sul mezzogiorno e di sera i corrieri collaborano con 19 ristoranti bernesi per fornire piatti pronti nelle case e negli uffici. Il servizio funziona molto bene, riferisce il dirigente 35enne. Anche i corrieri ricevono un pasto già pronto da consumare in sede e in genere prediligono la pasta, perché i carboidrati sono essenziali anche per il recupero muscolare. Tanto pedalare sì, ma non solo, perché ogni collaboratore si occupa di tutto – dall’ufficio all’officina – in modo flessibile. Waber è soddisfatto di come vanno gli affari, anche se negli ultimi anni è aumentato il numero dei concorrenti e in futuro pure i droni da trasporto sottrarranno clientela ai corrieri in bici. Per quanto riguarda l’infrastruttura ciclistica a Berna, il dirigente ritiene che ci sia margine di miglioramento.
Uno dei requisiti più importanti per diventare corriere in bici è naturalmente l’amore per la due ruote, anche se non è necessario essere uno sportivo di punta, sottolinea Waber. L’essenziale è muoversi con agilità e sicurezza nel traffico e nello stesso tempo riuscire a comunicare con la centrale tramite ricetrasmittente. Naturalmente è un vantaggio se si è in grado di occuparsi della manutenzione della bici e ad esempio riparare una gomma bucata. Sono anche molto importanti affidabilità e discrezione, perché ad esempio i campioni di laboratorio devono essere consegnati con puntualità. Chiaramente si deve essere pronti a viag- giare con qualsiasi tempo e si devono conoscere le strade principali e poi anche le scorciatoie della città e dei dintorni, perché i corrieri non dispongono di navigatore, si orientano con cartine o telefonino. Prima di lavorare in modo indipendente i corrieri vengono accompagnati da un collega per tre mesi.
«Tutti possono diventare corrieri in bici, abbiamo dall’elettricista all’artista passando dall’informatico», spiega Waber, che lavora in questa cooperativa dal 2008. Quando il 35enne è in azione, predilige le lunghe tratte in direzione di Münsingen o Kirchlindach. Il carico più particolare è stato un canarino morto che ha dovuto trasportare al crematorio per animali. È stata la cliente a chiedere che fosse lui a compiere di persona la consegna. Waber sottolinea che si tratta di un lavoro rischioso soprattutto in inverno. Quando il terreno è bagnato e scivoloso avvengono cadute con conseguenze dolorose. Ma in generale il rischio è costituito dagli automobilisti, soprattutto i conducenti che dopo aver parcheggiato l’auto accanto alla ciclopista aprono la portiera senza controllare se stia passando una bici. Con il tempo i ciclisti imparano a prevedere gli errori e le disattenzioni altrui. E se questo non basta, ci pensa l’angelo custode.
Testo : Felix Maurhofer
Foto : Fabian Hugo
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