In Alto Adige se ne trovano diversi e ve li presentiamo in questo tour nel Parco nazionale dello Stelvio.
Una dose supplementare di energia è benvenuta in tutte le situazioni della nostra vita. Gli ultimi mesi in particolare ce lo hanno ricordato in un modo molto speciale. I luoghi di forza possono essere luoghi ideali per recuperare energie, per fermarsi a riflettere e ad ascoltare il silenzio. Motivo sufficiente per andare alla ricerca di questi luoghi misteriosi durante un’escursione in Alto Adige.
Stando all’organizzazione turistica ufficiale «IDM Alto Adige» in questa regione ce ne sono più di 150. E la maggior parte di essi si trova lungo un percorso escursionistico. Natura e nuove energie: una combinazione perfetta.
Lungo il sentiero arcaico
Sono in cammino sul «sentiero arcaico». Questa antica mulattiera collega Prato a Stelvio in Val Venosta. Sul percorso si trovano due luoghi di forza: Kaschlin e Weiberbödele. Kaschlin è un sito di insediamento preistorico, il Weiberbödele un sito dell’età del bronzo. Poco dopo l’inizio a Prato, il sentiero sale attraverso un colorato bosco misto. Comincio già a sudare e ho bisogno di qualche sorso d’acqua. Decido che per colazione mangerò un po’ meno del famoso speck altoatesino, perché ha un ottimo sapore, ma è salato e non sembra essere particolarmente consigliabile prima di un’escursione. Allo stesso tempo, mi rendo conto che per raggiungere i luoghi di forza, a seconda di dove si trovano, ci vuole molta… energia. Cammino accanto a mucche al pascolo, attraverso freschi tratti di bosco e l’idilliaco villaggio dello Stelvio con le sue ripide stradine e innumerevoli scale – secondo la leggenda, qui anche le galline indossano i ramponi – continuo verso il sito Weiberbödele, con sempre sullo sfondo l’imponente Re Ortles, con 3905 metri, la montagna più alta dell’Alto Adige.
Una volta arrivato, la prima impressione è piuttosto di forte… delusione. Qui si suppone che ci siano forze terrestri speciali? A prima vista il prato in leggera pendenza non sembra molto spettacolare. Ma ciò non significa necessariamente qualcosa: «I luoghi di energia vengono chiamati così perché sono punti della terra in cui sono presenti vibrazioni energetiche particolarmente forti», è così che Andrea Fischbacher, responsabile del Centro svizzero di ricerca sui luoghi di forza e di culto, spiega il fenomeno dei luoghi di potere in risposta ad una richiesta scritta. Come in altre situazioni nella vita, sono i valori interiori che contano. Molto bene. Mi siedo nell’erba alta sul Weiberbödele e cerco di sentire l’energia. Non essendo misurabile, per renderla almeno un po’ tangibile. Il centro di ricerca rileva i livelli energetici con il metodo del pendolo e li quantifica secondo la scala Bovis, l’unità di misura dell’energia vitale. I posti neutri hanno fino a 7000 unità Bovis, mentre i luoghi di forza fino a 18 000. I grilli intorno a me e il ruscello che scorre accanto creano la musica di sottofondo. Sotto di me in fondo nella valle, la strada che collega Prato con il Parco nazionale e l’omonimo passo tortuoso dello Stelvio si estende attraverso il paesaggio. Anche Re Ortles è di nuovo visibile. Vengo pervaso da una pace interiore. È dovuto al potere della terra? O è la bellezza del paesaggio e l’immersione nella natura?
Tre fontane molto speciali
Il giorno dopo, è in programma uno dei luoghi di forza più famosi del Parco nazionale dello Stelvio: la chiesetta delle tre fontane sacre di Trafoi. Situata ai piedi del Re Ortles nella conca della valle, è circondata da ripide pareti di roccia. Nel 13° secolo, si dice che il pastore Moritz vi scoprì tre rivoli che sgorgavano dalla roccia. Ognuno di essi portava con sé una croce. Nel 15° secolo fu costruita la chiesetta, che da allora in poi divenne un luogo di pellegrinaggio alla Vergine Maria. Si crede ancora oggi che le sorgenti sacre abbiano poteri curativi. Possono essere facilmente raggiunte dal vicino parcheggio in circa cinque minuti a piedi. Ma non voglio rendermi le cose così facili, dopo tutto a colazione ho rinunciato allo speck salato, a malincuore, ma per il bene della mia condizione fisica. E anche perché il parcheggio è il punto di partenza di un sentiero circolare lungo il bordo della conca fino alle cascate di Trafoi. Anche questa volta all’inizio dobbiamo guadagnare quota. Grazie al mio sacrificio mattutino, riesco ad affrontare la sfida bevendo meno. Il sentiero costeggia diversi corsi d’acqua. Arrivo a un altro incrocio e guardo per un po’ come l’acqua si fa strada sulle rocce. Mi giro e mi godo i caldi raggi del sole sul viso.
Lontano sotto di me si trova il letto del fiume quasi asciutto e la chiesetta delle tre Fontane Sante. Gli spruzzi d’acqua dei rigagnoli hanno un effetto estremamente calmante. Forse anche questo è un luogo di forza, penso, prima di iniziare la discesa.
Batterie ricaricate
Arrivato in pianura a valle, attraverso il ponte e mi trovo davanti alla chiesetta bianca. Le tre fontane si trovano proprio accanto. Mi concedo un abbondante sorso e sento l’effetto rinfrescante dell’acqua fredda e cristallina. Mi sento felice pure in questo luogo, proprio come quando ero sul Weiberbödele. Che sia stata l’acqua della sorgente, l’aria fresca o l’escursione a farmi sentire così sereno, non lo so. Forse è una combinazione di tutto questo. E, a dire il vero, non m’importa saperlo. L’importante è che le mie batterie sono completamente ricaricate dopo questo soggiorno in Alto Adige.
Il viaggio è stato compiuto su invito di IDM (Innovazione, Sviluppo, Marketing) Alto Adige.
Reportage: Markus Fässler
Foto: Markus Fässler, Patrick Schwienbacher (2), Helmuth rier, frieder blickle, carte keystone
DA SAPERE
Dormire: Hotel Sonne a Stelvio, elegante costruzione in legno, a conduzione familiare.
stilfs.it
Ristorazione: ristorante Hotel Gallia, Gomagoi, cucina tradizionale altoatesina anche reinterpretata.
hotel-gallia.it
Attività: scoprire il Parco nazionale dello Stelvio.
nationalpark-stelvio.it
Acquisti: macelleria Mair, Stelvio, specialità gastronomiche altoatesine.
metzgerei-mair.it
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