Condividere anziché possedere – il principio dell’economia collaborativa si è da tempo diffuso nel settore della mobilità, anzi, sembra fatto apposta per essere applicato ai trasporti. Già oggi, infatti, l’uso combinato o condiviso di auto, tragitti, biciclette, scooter e monopattini rappresenta una valida alternativa al veicolo di proprietà e costituisce un importante tassello della soluzione sulla strada verso un modo
di spostarci più efficiente, ecologico e sociale.
La mobilità collaborativa trae sostegno dal progressivo superamento della dicotomia tra trasporto collettivo con da un lato i mezzi pubblici e dall’altro quelli privati. Oggi, vediamo evolvere un sistema multimodale, che cioè si appoggia sia a fornitori di servizi tradizionali sia a operatori che propongono modelli di condivisione e di business innovativi, oltre a strutture altamente digitalizzate. Questo sviluppo impatta su tutto il mercato svizzero dei trasporti e mette sotto pressione il quadro istituzionale e le condizioni normative, richiedendo opportuni adeguamenti agli scenari di mobilità emergenti.
Eppure finora mancava un’associazione che si facesse interprete di questo cambiamento e promuovesse gli interessi del settore della mobilità condivisa in Svizzera, capace di farsi sentire sul piano politico. Questa lacuna è stata colmata dalla nuova alleanza svizzera per la mobilità collaborativa «CHACOMO», creata allo scopo di rappresentare fattivamente i membri sul piano locale, cantonale e nazionale.
«CHACOMO» nasce per volere dell’Accademia della mobilità del TCS, laboratorio di idee che ha d’altronde assunto un ruolo da pioniere dei servizi di sharing lanciando Carvelo2go e Smargo. In tutto 14 operatori (vedi foto qui sotto) hanno risposto al suo appello, decidendo alla fine dell’anno scorso di costituire un’associazione di settore che si ponga come interlocutore e punto di riferimento nell’ambito della politica dei trasporti. Il TCS, quale maggiore club della mobilità del paese, ribadisce così il suo impegno per l’accesso e la libera scelta del mezzo di trasporto, mostrando di non reagire solamente alle nuove tendenze ma di esserne promotore attivo.
Come si legge nel comunicato di fondazione, i membri della prima ora auspicano che ulteriori attori del settore entrino a far parte dell’associazione. Unendo le forze, imprese di sharing auto, bici o microveicoli, incluse le piattaforme di condivisione, contribuiranno ad una mobilità a 360 gradi, integrata e sostenibile.
I membri fondatori Mobility Carsharing, Uber, AMAG, Lime, Tier, Voi, AutoPostale, edrive carsharing AG, Swiss E-Car, 2EM, PubliBike, Parcandi AG nonché il TCS tramite l’Accademia della mobilità con la sua piattaforma di condivisione cargo bike elettriche Carvelo2go.
Maggiori informazioni sul sito chacomo.ch
Perché adesso è il momento giusto per creare l’alleanza?
Jörg Beckmann: Le offerte ci sono e sono in crescita. Anzi vengono ad aggiungersi sempre nuovi servizi. La mobilità condivisa svolgerà un ruolo cruciale quale «quarto modo di trasporto» attirando sempre più fasce d’utenza. Vi sono numerosi dossier politici che interessano gli operatori i quali desiderano far sentire le proprie posizioni ma nonsi sentono adeguatamente rappresentati dalle associazioni esistenti. È a questo che «CHACOMO» vuole porre rimedio.
La gente è già pronta per una mobilità connessa a tutto tondo?
Senza dubbio. La sharing economy con le diverse forme di abbonamento è in voga. I giovani urbani in particolare cercano alternative all’auto propria e si attendono una flessibilizzazione dei trasporti pubblici. Parallelamente, lo smartphone viene usato come strumento efficace per gestire la mobilità individuale nel quotidiano.
Tuttavia per molti condividere un mezzo equivale a meno comfort?
Si tende a sottovalutare l’onere che possedere un veicolo privato comporta in termini di tempo e denaro. Per esempio, una buona bicicletta elettrica da carico costa più di 5000 franchi, più circa 500 franchi all’anno per la manutenzione corrente ed eventuali riparazioni. Con Carvelo2go, invece, proponiamo opzioni nettamente più economiche che, grazie alla digitalizzazione, sono anche molto pratiche e semplici da fruire.
Testo: Dominic Graf
Foto: Emanuel Freudiger
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