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28.09.2021

Al di là del punto di non ritorno

L’Arena svizzera della mobilità 2021 ha fornito interessanti spunti di riflessione ed alimentato vivaci dibattiti sul futuro del settore.
28 settembre 2021

Gli addetti ai lavori sembrano concordi sul fatto che l’elettromobilità ha ormai raggiunto il punto di svolta.

Nel suo libro «Il punto critico» Malcolm Gladwell descrive il grande effetto dei piccoli cambiamenti. L’autore lo definisce come momento in cui una semplice idea o moda, diffuse tramite passaparola, raggiungono una soglia oltre la quale s’innesca un effetto a valanga. Esempi di trend diventati fenomeni di massa sono la fotocamera digitale che ha sostituito l’apparecchio fotografico analogico, lo schermo piatto e lo smartphone che hanno scalzato televisore a tubo catodico e telefono cellulare. Lo stesso starebbe per verificarsi nell’automotive dove, stando agli esperti che hanno partecipato alla recente Arena svizzera della mobilità, le elettriche soppianteranno i motori a combustione entro il 2030. Avendo, cioè, toccato il punto di non ritorno.

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Esperti a confronto (da sinistra a destra): Jürg Grossen (Swissolar), Thierry Burkart (Astag), Krispin Romang (Swiss eMobility), Michael Frank (AES), Martin Candinas (Litra), Peter Schilliger (TCS Waldstätte).

Scogli ancora da superare
La direzione del cambiamento è chiara, tuttavia non mancano le sfide per arrivare al traguardo, sfide che gli esperti del settore dei trasporti, dell’energia e dell’economia nonché della scienza e della politica hanno affrontato nell’ambito di una serie di conferenze e tavole rotonde. Al centro, la fattibilità tecnica, la sostenibilità ambientale ed economica nonché l’applicabilità politica. Perché l’obiettivo venga condiviso dalla popolazione sarebbero indispensabili condizioni quadro che facilitino la transizione verso la mobilità elettrica. Due le domande fondamentali focalizzate dal panel di alto livello: da dove verrà l’elettricità supplementare necessaria e come garantire che tutti possano ricaricare l’auto a casa e sul posto di lavoro?

Mobilitätsarena
Jörg Beckmann direttore dell’Accademia della mobilità del TCS.

Chi sale e chi scende
Per Peter Goetschi, presidente centrale del TCS, che rappresenta più di 1,5 milioni di soci, il lato pratico riveste un ruolo essenziale. Nel suo discorso d’apertura ha lanciato un appello ad esperti e decisori: «Lo sviluppo deve continuare in modo che tutti coloro che lo desiderano abbiano accesso alla presa di corrente». Ed anche se la soluzione ottimale non è ancora stata trovata né sul piano dell’infrastruttura né dell’approvvigionamento elettrico, l’unico modo per raggiungere il traguardo fissato è lo scambio e la cooperazione. Tanto più importanti, quindi, piattaforme come l’Arena svizzera della mobilità, evento di più giorni in cui confluiscono diversi convegni specialistici che in passato si svolgevano separatamente. Ed infatti pure quest’anno oltre 200 persone hanno raccolto l’invito dell’Accademia della mobilità del TCS e si sono riunite all’Eventforum di Berna. Dopo il primo giorno dedicato alla mobilità elettrica, il secondo ha aperto una finestra sul futuro più remoto che segnerà l’avvento della guida autonoma. Fra gli altri ne è convinto Jürg Wittwer, direttore generale del TCS. Nel suo intervento egli ha dichiarato che non si tratterebbe più di una questione di accettazione. A sostegno della sua tesi, egli ha fatto riferimento al liftboy, figura ormai scomparsa: «In passato era normale che gli ascensori fossero serviti da fattorini, che dovevano persino assolvere una preparazione. Oggi gli ascensori sono automatizzati e nessuno sente la mancanza di un ragazzo che pigi i bottoni». Lo stesso discorso vale per i viaggi aerei: «L’autopilota è un sistema rodato che diamo per scontato. Nessuno ha paura di volare grazie all’autopilota». Sebbene esistano già veicoli autonomi ci vorranno comunque ancora dei decenni perché la tecnologia si affermi – per dirla con Gladwell finché si sarà raggiunto il punto critico o meglio il momento magico della svolta.

Mobilitätsarena
Sciaffusa esemplare Il cantone vince la Spina d’oro dell’elettromobilità 2021.

Spina d’oro 2021
Ogni anno l’associazione Swiss eMobility assegna la «Spina d’oro» ad un cantone, una città o un comune che si sia impegnato particolarmente a favore dell’elettromobilità. Dopo Turgovia nel 2020, il riconoscimento rimane nella Svizzera orientale e passa al canton Sciaffusa. La giuria ne premia le riforme legali in materia di edilizia ed energia e il programma promozionale. Di successo, come dimostra l’elevata quota di veicoli a batteria di nuova immatricolazione nel piccolo e più settentrionale dei cantoni svizzeri.

Testo: Dominic Graf
Foto: Emanuel Freudiger

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