Pedro Escobar è scomparso dalla nostra vista. Pochi istanti fa la nostra guida era accanto a noi e ora non c’è più. Non c’è da stupirsi, perché la foresta di alloro nella parte occidentale dell’isola di Faial, tra i vulcani Caldeirão e Cabeço do Canto, è fitta come una giungla. Ma ecco che ritroviamo l’isolano ad aspettarci dietro la curva del sentiero. Ha strappato un ramo dall’albero di Myrica faya, endemico della Macaronesia, e ci spiega: «Ormai si vede raramente questa pianta autoctona perché viene soppiantata da altre come l’alloro australiano e l’ortensia blu». Il 36enne conosce ogni piccola pianta e ogni angolo dell’isola. Farsi accompagnare da lui è arricchente e sempre interessante. La guida del parco naturale ci informa pure che sul fazzoletto di terra ci sono quindici riserve naturali e che la convivenza con la natura è molto importante per la gente del posto. Lui stesso, ad esempio, vive in una barca a vela arenata sulla spiaggia che ha trasformato con le sue proprie mani. Accanto cresce un albero di mango i cui frutti può raccogliere direttamente dal ponte della barca.
Oltre a guida Pedro è falegname, elettricista, costruttore di barche, pescatore e molto altro ancora – tipico degli abitanti della piccola isola delle Azzorre, che a causa della posizione geografica, devono arrangiarsi a fare di tutto. Seguiamo l’itinerario escursionistico GR 01 e 06 fino al mare, uno dei dieci sentieri ufficiali segnalati e ben curati dell’isola. Il più bello, secondo Pedro, è il sentiero dei dieci vulcani PR 06 FAI, lungo 19 chilometri. Continuiamo a camminare lungo la catena vulcanica e ci fermiamo alla bocca del Furna Ruim, profonda 55 metri. «I disastri naturali si sono sempre verificati sulla nostra isola», sottolinea. Ad esempio nel 1672, quando l’eruzione del Cabeço do Fogo spinse molti isolani ad emigrare in Brasile. Oppure, più recentemente, nel 1998 con il terremoto i cui danni sono ancora visibili oggi. La gente è consapevole dei pericoli, ma vivere nella paura costante non porta da nessuna parte afferma Pedro, aggiungendo che oggi sull’isola vivono 15 000 persone. Più tardi ci racconterà anche in dettaglio cosa successe nel 1957.
Il sentiero sembra un grande tunnel verde. Solo quando si sale sul cratere del Cabeço do Canto la vista si apre sulla natura circostante. Qui il panorama sull’isola è mozzafiato. Come ci insegna Pedro, l’isola di 173 chilometri quadrati fu scoperta solo nel 1427 dal portoghese Diogo de Silves. Un gruppo di portoghesi e fiamminghi incominciò a insediarsi a Faial a partire dal 1432. Nel 19° secolo iniziò la caccia alle balene e l’isola acquistò grande importanza come centro di telecomunicazioni essendo il punto di collegamento dei cavi telegrafici sottomarini fra Europa e America. Da Cabeço do Canto il sentiero scende ripidamente per poi risalire fino alla grotta vulcanica Furna do Cabeço do Canto. È possibile scendere al suo interno e ammirare le formazioni laviche, purché si abbia con sé una torcia. La tappa successiva è un punto di osservazione delle balene, che offre una vista magnifica sul mare e sul Vulcão dos Capelinhos. Da qui si può anche ammirare parte degli 80 chilometri di costa dell’isola, che si rivela a tratti ripida ma anche dolce nonché ricca di baie e spiagge balneabili. Fino al 1974 i balenieri hanno inseguito i cetacei in queste acque. Uscivano con barche a remi per arpionare i giganti del mare e poi ne lavoravano le carcasse in vari stabilimenti a terra. Oggigiorno, soltanto i turisti danno la «caccia» alle balene, sulle barche di osservazione che partono dal porto di Horta.
Poco dopo entriamo nella parte più giovane dell’isola. Veniamo a sapere che tra il 1957 e il 1958 qui si sono verificate numerose e violente eruzioni vulcaniche che hanno ingrandito l’isola di 2,4 chilometri quadrati. Improvvisamente ci troviamo a camminare sulla sabbia vulcanica e incontriamo ripetutamente massi di lava. A Ponta dos Capelinhos c’è spesso vento e la sabbia penetra ovunque. Sui fianchi scoscesi del vulcano inizia lentamente a diffondersi la vegetazione. Durante la discesa verso il mare, si può ammirare il vecchio faro, parzialmente sepolto durante le eruzioni. Alla fine dell’escursione di tre ore Pedro ci riserva un’altra sorpresa: le piscine di lava, dove è possibile nuotare godendo di una splendida vista sul mare.
Pedro Escobar ci ha avvertiti che dovevamo attenderci a dei repentini cambiamenti del tempo sull’isola. Ed infatti, procedendo da Porta da Redonda a Ribeirinha, veniamo sorpresi da un forte acquazzone. In pochi secondi, tutti sono completamente inzuppati. Ma poco dopo ecco che, scendendo verso il mare sulla PRC 09, il sole è già tornato a splendere e fa piacevolmente caldo. Arrivati sulla spiaggia la nostra guida ci fa visitare la sua dimora, la barca a vela trasformata in casa circondata da alberi da frutto. Alla domanda su quale sia il suo piatto preferito Pedro risponde: «Tutti i piatti tipici locali come il polvo guisado com vinho (polpo stufato nel vino) o la caldeirada (stufato di pesce)». Ciò che non deve mai mancare, naturalmente, è il dolce fofas do faial. È comprensibile che tra tutti i luoghi dove abitare il nostro accompagnatore abbia scelto Redonda. La piccola città ha molto fascino ed un’imponente chiesa con tipiche finestre imbiancate a calce. Se il tempo è bello, portatevi il costume da bagno: la baia è perfetta per fare un tuffo. Il percorso circolare dura due ore e mezza (senza sosta per il bagno), è facile e non faticoso.
Pedro preferisce svolgere le escursioni durante la stagione invernale. «Anche se non abbiamo un turismo di massa nemmeno d’estate, d’inverno è ancora più tranquillo, si entra bene in contatto con la natura». Ne abbiamo la conferma durante un giro attraverso il capoluogo di Horta con la sua affascinante storia e cultura. Si può passeggiare in tutta tranquillità tra i begli edifici decorati, volendo si può visitare la casa della colonia tedesca senza dover fare la fila o sorseggiare un drink in un bar del porto. Da non perdere assolutamente il muro del porto, dove tutti i navigatori che stanno attraversando l’Atlantico si immortalano con un disegno. Si dice che sia il dipinto più lungo del mondo.
Questo reportage è stato realizzato su invito dell’Associazione per il Turismo Sostenibile sull’Isola Faial.
Testo e foto: Felix Maurhofer
Da sapere
Come arrivare
Voli Zurigo–Lisbona, Lisbona–Horta con TAP Air Portugal.
Dove alloggiare
A Horta: casa di campagna Quinta
da Meia Eira, meiaeira.com, o Pátio Ecolodge, patio.pt.
Dove mangiare e bere
A Horta: Peter Café Sport, Cantina
da Praça, Atlético.
Equipaggiamento
Scarpe da trekking, zaino (30 l), abbigliamento per escursioni e protezione antipioggia.
Sentieri escursionistici
trails.visitazores.com
Guide:
Our Island (Pedro Escobar),
ourisland-azores.com
discoverfaial.com
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