Un sondaggio rappresentativo mostra che tre quarti della popolazione approvano le attuali prescrizioni di velocità nei centri abitati: 50 km/h o 30 km/h a seconda della situazione. Inoltre, il 68 per cento si dichiara favorevole a un’armonizzazione della regolamentazione a livello nazionale, mentre il 61 per cento teme che una limitazione generale della velocità a 30 km/h potrebbe portare a un aumento del traffico di aggiramento. Il recente sondaggio è in linea con i risultati precedenti e con quelli della votazione del 2001.
La gerarchia della rete stradale è fondamentale per una mobilità efficiente. Con la modifica dell’ordinanza prevista, il Consiglio federale mette in atto la volontà del Parlamento secondo cui, nelle strade orientate al traffico all’interno delle località, debba in linea di principio valere il limite di 50 km/h. Da un sondaggio rappresentativo condotto da YouGov (in precedenza Link) per conto del TCS emerge chiaramente che due terzi della popolazione (il 64 per cento) sono contrari a un limite generalizzato di 30 km/h. In questi dibattiti, spesso accesi, il TCS si propone un regime di velocità differenziata e soluzioni pragmatiche.
Per il TCS è chiaro che il limite di 30 km/h sulle strade di quartiere e in alcuni casi su tratti di stade principali (per esempio in prossimità delle scuole) è positivo per la sicurezza stradale. Come dimostra il sondaggio, questa posizione è ampiamente condivisa: il 67 per cento delle persone intervistate si dice favorevole a un limite di 30 km/h solo sulle strade secondarie e di quartiere. Se la gerarchia della rete stradale non venisse più rispettata e anche sulle strade principali si introducesse un limite di 30 km/h, rischierebbero di risentirne soprattutto le strade residenziali più tranquille. Nel sondaggio, il 61 per cento ha espresso il timore che una velocità di 30 km/h sulle principali arterie stradali possa portare a uno spostamento del traffico verso i quartieri.
Oltre all’aumento del traffico di aggiramento, sussistono altri timori riguardanti il limite di 30 km/h: il 59 per cento ritiene ad esempio che sarebbero necessari più autobus per garantire la stessa cadenza dei trasporti pubblici nel caso di una riduzione generale della velocità. Desta preoccupazione anche il potenziale impatto sui servizi di soccorso: il 69 per cento teme che la rapidità dei servizi di soccorso potrebbe risentire di un limite generalizzato di 30 km/h nei centri urbani.
Lo scorso anno il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati si sono pronunciati a favore di criteri chiari per definire la velocità nei centri abitati. Questo principio è condiviso anche dalle persone intervistate: il 68 per cento delle quali propende per prescrizioni omogenee su tutto il territorio svizzero. Il principio attuale, secondo cui in generale nei centri urbani vige una velocità di 50 km/h con un’introduzione del limite di 30 km/h a seconda della situazione, è ampiamente accettato ed è condiviso dal 77 per cento delle persone intervistate. Nelle aree in cui la velocità massima consentita è di 30 km/h, anche le e-bike veloci sono tenute a rispettare tale limite. La quasi totalità delle persone intervistate (91 per cento) è d’accordo.
Il TCS, con i suoi 1,6 milioni di soci, continuerà pertanto a impegnarsi per un regime differenziato dei limiti di velocità e armonizzato a livello nazionale.
Committente: Touring Club Svizzero
Gruppo target: popolazione svizzera di età compresa tra i 15 e i 79 anni
Metodo di rilevazione: panel internet YouGov con 115’000 membri attivi reclutati telefonicamente
Numero di interviste: 1’207 interviste (590 uomini, 617 donne)
Periodo di rilevazione: dal 26 giugno al 7 luglio 2025
Altri contatti
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