





La batteria è il cuore di un’auto elettrica. Influenza sia i costi complessivi sia il bilancio ambientale del veicolo. Il TCS ha analizzato quali misure possano migliorare ulteriormente questi fattori. Durante la conferenza CircuBAT, che si svolge questa settimana, verranno presentate soluzioni provenienti dal mondo della ricerca e dell’industria.
Le auto elettriche e le ibride plug-in rappresentano oggi quasi un terzo delle nuove immatricolazioni in Svizzera. Nel percorso verso una mobilità sostenibile, la quota di questi cosiddetti veicoli “a spina” continuerà ad aumentare. Il cuore di ogni auto elettrica è la batteria, che con la sua crescente diffusione attirerà sempre più l’attenzione. Per questo motivo, il TCS ha pubblicato un rapporto in cui analizza il peso della batteria sul bilancio ecologico di un’auto elettrica e il potenziale del riciclo delle batterie.
La produzione di un’auto elettrica comporta un impatto ambientale nettamente superiore rispetto a quella di un’auto con motore a combustione, principalmente a causa della fabbricazione della batteria. Tuttavia, poiché i veicoli elettrici non emettono gas serra durante l’utilizzo, il loro bilancio complessivo sull’intero ciclo di vita risulta nettamente migliore. Dopo 200’000 chilometri, un’auto elettrica ha emesso circa il 50% in meno di gas serra rispetto a un veicolo a combustione. Le emissioni di CO₂ legate all’utilizzo di un’auto elettrica provengono soprattutto dalla manutenzione, dalla costruzione e manutenzione delle strade e, in misura minore, dalla produzione di elettricità. Grazie al calcolatore climatico del TCS, è possibile confrontare il bilancio ambientale di diversi modelli di auto. In Svizzera, un’auto elettrica media con un’autonomia di 300 km, alimentata con elettricità svizzera, deve percorrere circa 50’000 km per compensare lo “svantaggio ecologico iniziale” rispetto a un’auto a combustione equivalente.
Poiché la produzione delle batterie incide fortemente sul bilancio ecologico delle auto elettriche, rappresenta anche un importante leva di miglioramento. Il riciclo, l’ottimizzazione dei processi e l’impiego di nuovi materiali potranno migliorare sensibilmente il bilancio ambientale delle batterie nei prossimi anni. Grazie a diverse aziende specializzate, la Svizzera è già pronta per il riciclo delle batterie dei veicoli elettrici (comunicato stampa del 17 giugno 2024). Infatti, è possibile recuperare il 97% dei materiali attivi, superando le direttive dell’Unione Europea, che fissano al 95% entro il 2031 la quota di recupero richiesta.
Un contributo importante al riciclo delle batterie in Svizzera proviene dal progetto di ricerca CircuBAT, sostenuto dal TCS come partner. Il progetto riunisce istituti di ricerca e imprese per migliorare il ciclo di vita delle batterie e prolungarne la durata. Durante la conferenza conclusiva, che si terrà il 13 e 14 novembre a Berna, CircuBAT presenterà le soluzioni sviluppate negli ultimi quattro anni.
La produzione delle batterie per auto elettriche non ha solo un impatto ambientale, ma è anche costosa. La batteria può rappresentare fino al 50% del costo totale del veicolo. Sebbene i costi siano diminuiti notevolmente negli ultimi anni, continuano a incidere in modo determinante sul prezzo finale, che spesso rimane superiore a quello di un’auto a combustione equivalente.
I costi di produzione dipendono fortemente dai prezzi mondiali delle materie prime, come il litio e il cobalto, soggetti a forti oscillazioni. I progressi tecnologici mirano a ridurre questa dipendenza. Tra le alternative emergono le batterie agli ioni di sodio, che non utilizzano litio. Tuttavia, il loro impiego è oggi principalmente destinato ai sistemi di accumulo stazionari. Nel settore della mobilità, alcune aziende hanno iniziato a sperimentarle su scooter e piccole auto, ma per i veicoli di media e alta gamma continuano a dominare le tecnologie a base di litio. Con l’aumento della diffusione delle auto elettriche e il raggiungimento del fine vita di un numero sempre maggiore di batterie, il potenziale del riciclo diventa significativo. Entro il 2035, i materiali riciclati potrebbero coprire fino al 30% del fabbisogno europeo di litio, nichel e cobalto. Questo sviluppo contribuirà a migliorare ulteriormente il bilancio ambientale delle auto elettriche, a ridurre i costi di produzione e a favorire la nascita di un’industria europea autonoma delle batterie.
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