In molti luoghi, l’infrastruttura di trasporto ha ormai raggiunto il limite della sua capacità. Con il rapporto pubblicato oggi dal professor Ulrich Weidmann del Politecnico federale di Zurigo, è ora disponibile una base per una definizione intermodale globale delle priorità in materia di infrastruttura. Ora Consiglio federale e Parlamento devono trarre le giuste conclusioni. . La rete delle strade nazionali assorbe quasi la metà dell’intero traffico, inclusi tre quarti dei chilometri percorsi dal trasporto merci su strada. Senza un potenziamento mirato dell’infrastruttura stradale si rischia un collasso del traffico. Resta inoltre da chiarire se «Trasporti 2045» tenga sufficientemente conto degli sviluppi tecnologici dei veicoli autonomi nel settore dei trasporti pubblici.
Affinché anche in futuro il sistema dei trasporti svizzero possa riempire il proprio ruolo per la popolazione e l’economia, sono necessari investimenti nel settore stradale e ferroviario. Con il rapporto pubblicato oggi da Ulrich Weidmann, professore del Politecnico federale di Zurigo, è stata creata una base importante per l’ulteriore sviluppo dell’infrastruttura dei trasporti. È molto positivo che il rapporto raccomandi procedure di pianificazione e autorizzazione più snelle. Le lente procedure attuali mettono a rischio lo sviluppo delle infrastrutture.
Nei futuri progetti di ampliamento occorre tenere conto dell’enorme compito che la rete delle strade nazionali deve affrontare. Sebbene le strade nazionali rappresentino solo il tre percento della rete, su di esse vengono percorsi il 45 percento di tutti i chilometri percorsi dai veicoli e oltre il 70 percento dei chilometri del trasporto merci su strada. La sollecitazione del traffico in costante aumento comporta più ingorghi e un sovraccarico cronico dei punti nevralgici. Affinché la rete rimanga efficiente, sono indispensabili ampliamenti mirati. Negli ultimi anni il traffico privato è cresciuto costantemente del 2 percento all’anno. La crescita della popolazione e una società sempre più mobile contribuiscono a un aumento costante del volume di traffico. È necessario tenere conto di questo andamento realizzando rapidamente progetti stradali nei luoghi fortemente congestionati. Dal 2008 sono stati aggiunti appena 17 chilometri di autostrada, mentre il volume di traffico è raddoppiato.
Con la futura pianificazione delle infrastrutture occorre inoltre tenere conto dello sviluppo dei veicoli autonomi. Il crescente impiego di navette autonome influenzerà notevolmente anche il futuro dei trasporti pubblici.
Spetta ora alla politica trarre le giuste conclusioni dal rapporto e portare avanti con decisione progetti di ampliamento capaci di ottenere un ampio consenso. Data la grande necessità di intervento e visti i lunghi tempi di realizzazione delle infrastrutture, non c’è tempo da perdere. Un’attuazione congiunta di progetti a favore delle strade, della ferrovia e degli agglomerati è una misura efficace per fornire all’infrastruttura svizzera il necessario aggiornamento per i prossimi anni.
In vista dei prossimi dibattiti politici, per il TCS è fondamentale che i collaudati fondi per le strade (FOSTRA) e la ferrovia (FIF) non vengano indeboliti. Tagli ai fondi sanciti nella Costituzione indebolirebbero sensibilmente l’intero sistema dei trasporti svizzero. Se l’infrastruttura viene trascurata, tutta la società ne subisce le conseguenze.
Il rapporto del professor Ulrich Weidmann costituisce una base utile per la futura politica dei trasporti. Spetta ora al Consiglio federale e al Parlamento garantirne un'attuazione efficace. Il TCS continuerà a impegnarsi come partner costruttivo per trovare soluzioni che rafforzano la mobilità autonoma.
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