Trasformare vecchie macchine da cucire in auto di Formula 1, moto e persino elicotteri? Per Michel Pestoni, Socio TCS da oltre quarant’anni, questa passione è diventata una vera e propria forma d’arte.
Originario di Monte Carasso, Michel è diplomato lattoniere da carrozzeria e ha lavorato come custode fino al pensionamento, avvenuto quattro anni fa. Proprio allora ha deciso di dedicarsi a un hobby che unisce manualità, fantasia e ingegno: dare nuova vita a macchine da cucire destinate al ferrovecchio trasformandole in spettacolari modellini funzionanti.
Lo abbiamo incontrato nel Centro TCS di Rivera per farci raccontare la sua storia e scoprire come nascono i suoi incredibili progetti.
Da dove nasce l’idea di trasformare vecchie macchine da cucire in modellini?
L’idea è nata un anno dopo il mio pensionamento, quasi per caso. Credo di aver visto su internet un progetto simile e mi sono detto: “perché non provare? Magari riesco anche a fare di meglio”.
Ho iniziato con una vecchia macchina da cucire che avevo in casa: l’ho smontata pezzo per pezzo, studiato i meccanismi e da lì è nato un trattore. L’ho messo in vendita sul portale “tutti.ch” e un ragazzo di Bergamo l’ha acquistato, tornando poi a comprarne un secondo.
Da quel momento non mi sono più fermato.
Quanti modellini ha realizzato finora e qual è stato il più impegnativo?
Fino a oggi ne ho creati 32, tutti unici nel loro genere: ci sono trattori, auto, moto, camion e persino un elicottero. Il più difficile è stata la Ferrari 500: per il posteriore ho utilizzato una vecchia spoletta a tempo, saldandola dopo diversi tentativi perché il materiale in ghisa e ferro è difficile da lavorare. È stato un lavoro di pazienza e precisione, ma la soddisfazione finale è stata enorme.
Come sceglie i soggetti da realizzare?
Spesso l’ispirazione arriva da mio figlio: mi suggerisce idee e io mi metto all’opera per trasformarle in realtà. Un’altra grande fonte di ispirazione è Ayrton Senna, che ho avuto la fortuna di vedere gareggiare a Monza negli anni ’80. Ho realizzato diversi modellini ispirati a lui, a cui sono particolarmente affezionato e che ho portato da presentarvi.
Quanto tempo serve per trasformare una macchina da cucire in un modellino finito?
In media impiego circa una settimana per completarne uno, ma può volerci di più a seconda della complessità del progetto.
Che emozione prova quando vede il risultato finale?
La prima cosa che faccio è scattare una foto e mandarla a mio figlio. Condividere con lui il risultato mi riempie d’orgoglio, anche perché ha un occhio molto tecnico e mi dà sempre qualche consiglio per migliorare il modello. E poi c’è la reazione delle persone ai mercatini, come a Locarno: vederle entusiaste, fare domande e scattare foto rende tutto ancora più speciale. Spesso non mi credono quando dico che quei modellini li ho realizzati sulla base di vecchie macchine da cucire.
Ha un sogno nel cassetto, un modello che vorrebbe realizzare?
Mi piacerebbe costruire un modellino motorizzato, che possa accendersi e girare le ruote, forse proprio ricreando una Bernina, storico veicolo svizzero. Per quanto riguarda i mezzi funzionanti, ma pronti per l’utilizzo, ho già costruito una minimoto.
Dove sarà possibile vedere i suoi modellini dal vivo?
L’ultima esposizione l’ho fatta a Villa Bedretto, mentre a ottobre parteciperò alla Fiera dell’Artigianato di Quartino. Il mio sogno sarebbe esporre un giorno al Deutsches Museum di Monaco, che raccoglie straordinarie creazioni di tecnologia.
E se qualcuno volesse acquistare un suo modello?
Se dovessi calcolare tutte le ore di lavoro dovrei chiedere cifre molto più alte, ma lo faccio per passione e i prezzi rimangono simbolici: normalmente li vendo tra i 300 e i 400 franchi.