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La sicurezza scende in strada con stile

Oggi più che mai viviamo in una società particolarmente attenta all’immagine, la personalizzazione è divenuta nel corso degli anni sempre più importante per la persona, dal mercato dell’automobile a quello dell’abbigliamento. Anche nell’ambito della sicurezza, vi è sempre più l’esigenza di avere un prodotto unico, su misura. Su questo tema abbiamo intervistato Michele Columpsi, proprietario di uno studio attivo nella personalizzazione grafica di caschi e moto in Ticino, con un’esperienza più che ventennale nel settore. Nella sua carriera professionale ha lavorato a fianco dei designer più prestigiosi a livello internazionale realizzando caschi per alcuni dei «top rider» del Motomondiale come Valentino Rossi e Andrea Iannone, solo per citarne alcuni.

16 gennaio 2020
Mike Columpsi

Tra le sue mani sono passati migliaia di caschi. Sulla base della sua esperienza, che tipologia di casco consiglierebbe per un utilizzo casa-lavoro?
Quello che consiglio, ancor prima della scelta e dell’acquisto del casco, è di chiedere una consulenza in un centro specializzato. La scelta deve essere fatta sulla base di molteplici criteri. La taglia del casco per esempio, riveste un ruolo fondamentale in termini di sicurezza. Indossare un modello top di gamma con la taglia sbagliata può risultare molto pericoloso. È inoltre importante chiedersi: «Che tipologia di tratte percorro con la mia moto o scooter, lunghe o corte?» «Quando vado al lavoro prendo l’autostrada o mi sposto solo nel centro urbano?». A dipendenza della risposta può variare il criterio di scelta del casco. Il mio suggerimento è, se possibile, quello di utilizzare un casco integrale in fibra di vetro, lascerei per un utilizzo in pista quello in fibra di carbonio e sconsiglio invece, soprattutto per un discorso di personalizzazione, i caschi in termoplastica e simili. Anche la scelta della visiera ha una certa importanza, suggerisco sempre di acquistare caschi che abbiano una visiera molto ampia, che permettano di avere il maggiore grado di visibilità possibile.

Ritiene che nel corso del tempo la clientela sia cambiata? In particolare ha constatato una maggiore richiesta di personalizzazione delle grafiche sui caschi e sulle moto?
Sicuramente, specialmente se torniamo indietro di 30-40 anni. Un tempo la clientela era costituita unicamente da piloti professionisti - sia di auto che di moto - il cui bisogno era quello di personalizzare il proprio casco principalmente per motivi legati ad accordi di sponsorizzazione. Oggi la situazione nel ramo delle competizioni si è estesa anche alle categorie amatoriali, con la differenza che il mercato si è ampliato includendo tutta una fetta di pubblico di appassionati motociclisti e non solo. Ho infatti già realizzato personalizzazioni su caschi da hockey come pure da skateboard.

Quali sono i tempi di realizzazione di un casco personalizzato e mediamente quanti riesce a realizzarne?
I tempi variano a dipendenza della tipologia del disegno richiesto e dalla sua complessità. Se dovessi fare una media, un lavoro completo può durare circa un mese. Solitamente si parte dall’idea del cliente. Sulla base delle sue indicazioni realizzo poi una bozza grafica sul computer che successivamente viene valutata per accorgimenti e modifiche. Cerco di proporre soluzioni che arricchiscano le loro richieste, puntando a massimizzare l’effetto sorpresa. Il motivo che spinge le persone a personalizzare la propria moto o il proprio casco è infatti il desiderio di possedere qualcosa di unico, che rappresenti alcuni tratti della propria personalità, ma che allo stesso tempo possa piacere anche agli altri.
A quel punto parto con la lavorazione vera e propria sul casco, fatta di molteplici fasi: si va dal “dare il fondo”, alla verniciatura, fino ad arrivare alla laccatura finale. Quantificando, il numero dei caschi realizzati ogni anno oscilla tra i 100 e i 150.

Com’è nata la sua passione per questo lavoro?
Sono sempre stato un creativo. Da bambino verniciavo le macchinine, gli scooter, coloravo alcuni caschi di amici e chiedevo alle concessionarie di donarmi carene o altri componenti di auto e moto da pitturare per allenarmi. Insomma, ho svolto la mia gavetta fin dalla più giovane età e tra le mura di casa arrivando ad attirare l’attenzione di studi grafici già affermati che operavano in questo settore. Da lì è nata la mia esperienza nel mondo delle corse. Ad un certo punto ho sentito però il bisogno di mettermi in proprio, un modo per proseguire l’esperienza maturata nel corso degli anni creando poco a poco la mia linea di prodotti Extreme Designs.

Ha un aneddoto che ricorda con piacere di quando lavorava nel Motomondiale?
Uno dei ricordi più belli che ho è quando parecchi anni fa ho conosciuto la prima volta Valentino Rossi. Stavo ripulendo l’attrezzatura da lavoro nello studio, avevo appena terminato di dipingere uno dei suoi caschi e – avendo esaurito i guanti monouso con i quali solitamente lavoravo – avevo ancora le mani sporche di vernice. Valentino è entrato nello studio, ci siamo presentati e nel dargli la mano l’ho accidentalmente macchiato con i suoi colori, strappandogli un sorriso. Un incontro con un’icona dello sport, ma il segreto è trattare tutti con la stessa passione e professionalità.




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