Volvo XC60 T8 AWD R-Design (2017)

In linea di principio, si sceglierà quindi la modalità Hybride che combina i 320 CV del quattro cilindri benzina con gli 87 CV del motore elettrico. Un’evoluzione in tutta dolcezza durante la quale si percepisce appena l’entrata in azione del propulsore termico. Quanto basta per avere consumi ridotti, quantomeno sulle medie distanze. Il discorso cambia radicalmente in modalità Power. I 407 CV esplodono furiosi, malmenando peraltro il treno anteriore di questa pseudo 4×4.

Le accelerazioni si fanno tanto toniche quanto il motore a benzina diventa vorace. Tolto questo lato dinamico, la versione T8 è un’auto avara di sensazioni telaistiche. Ciò detto, i 113 kg della batteria alloggiata nel sottofondo le conferiscono una bella stabilità. Una sportività asettica ma non priva d’interesse, tanto più che la XC60, che non conosce rollìo, è piuttosto agile.

La XC60 esibisce più che mai raffinatezza. La plancia di bordo adotta una strumentazione virtuale e uno schermo tattile ispirato ai tablet. Ci troviamo in piena era 2.0, sottolineata da materiali valorizzanti. Parallelamente, i sedili sportivi in cuoio e velluto conciliano tenuta e comfort di prim’ordine. Stesso discorso dietro, dove lo spazio per le gambe e l’altezza del tetto riservano uno spazio generoso. Se si cede alla sospensione pneumatica adattiva sull’interminabile lista degli optional, si aggiunge un ammortizzamento tra i più premurosi. È il momento di inserire la guida semi automatica che funziona fino a 130 km/h. In tema di bagagli bisognerà invece stringersi un po’, visto che il vano ha un volume misurato. La XC60 resta tuttavia un’auto polivalente. Ad immagine della sospensione pneumatica che aumenta l’altezza da terra e permette di affrontare percorsi sconnessi. Astuto.

Testo: Marc-Olivier Herren

Foto: Emanuel Freudiger

Il design moderno e attrattivo va di pari passo con dimensioni quasi immutate. Abitabilità generosa dietro, ma più per 2 che non 3 persone. Il bagagliaio ben accessibile (pianale abbassabile di 5 cm) offre una capacità nella norma inferiore del segmento. Manovre rese complicate dalla cattiva visibilità periferica.

L’allestimento raffinato e i materiali pregiati parlano la lingua dell’alta gamma. High-tech, la XC60 offre una combinazione tra strumentazione digitale da 12,3” e schermo tattile da 9” che si usa come un tablet. Intuitivo ma colmo di funzioni.

L’insonorizzazione è una delle migliori misurate dal TCS. Se aggiungiamo l’effetto preventivo della sospensione pneumatica (2500 fr.) e la buona tenuta dei sedili sportivi in cuoio e velluto, abbiamo un’eccellente ammiraglia.

Dotazione di base corretta (climatizzazione a due zone, assistente attivo cambio corsia). Rifiniture in pelle e legno dalla seconda versione. Qualche lacuna (telecamera di retromarcia e sedili riscaldabili opzionali) e un’interminabile lista degli optional di alta gamma che fa esplodere il prezzo. Servizi gratuiti per 10 anni.

La versione ibrida appare un po’ isolata dalla carreggiata: oltre alla silenziosità del motore, anche lo sterzo è poco comunicativo e sensibile agli effetti della coppia in accelerazione all’uscita delle curve. Il comportamento di questa pesante auto è comunque da considerare sicuro.

Assistenti alla guida high-tech, forniti in parte di serie, funzionanti in modo soddisfacente. Manipolazione del tablet a rischio di distrazione. Frenata ultra corta.

Mossa da un 4 cilindri turbo con compressore e motore elettrico, la XC60 passa da 0 a 100 km/h in 5,5 s. I 407 CV fanno dimenticare in fretta le 2,2 t. La modalità elettrica e gli 8 rapporti contribuiscono alla dolcezza di guida. Più teorica che reale, la trazione 4×4 è assicurata dal motore elettrico posteriore.

Ibrida plug-in, fino a 40 km in modalità elettrica. Su lunghe distanze, il vantaggio in termini di consumi è relativo. Oltre i 3,8l+22 kWh/100 km del percorso normato TCS, la media del test si è fissata a 7,3l/100 km, aggiungendo 5,7 kWh.